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Il console italiano











Una corsa al ralenti di giovani belle donne di diverse etnie in un deserto di sabbia bianca. Apertura e finale di un onirico patinato per "Il Console italiano" che, con il contributo del MIBAC e il patrocinio dell'ambasciata del Sud Africa in Italia, pone l'attenzione sul traffico di esseri umani. Nei dati in sovrimpressione nei titoli di coda, il film rende noto che l'odierna schiavitù - dal lavoro domestico alla prostituzione - ogni anno coinvolge nel mondo un milione di persone, causando la morte di 30 mila di esse.

Autore in precedenza di cortometraggi, documentari, pubblicità commerciali e spot sociali, consulente di festival internazionali di cinema, Antonio Falduto ha scritto, co-prodotto (attraverso la Zebra X Pictures) e diretto una declinazione al femminile del dramma: la disperazione di ragazze provenienti dalle zone più povere della Terra le porta nella trappola di organizzazioni criminali con l'illusione di poter diventare hostess o modelle, mentre in realtà subiscono violenze di vario tipo e vengono costrette a vendere il proprio corpo. E se il 70% dello stipendio del loro primo anno di attività va agli sfruttatori, è pur sempre vero che il ricavato di un'ora di sesso a pagamento riesce a sfamare la famiglia di provenienza per una settimana, il che le condanna quindi ad una mancanza di scelta. Il regista punta il dito contro le responsabilità di più alto grado, ossia quelle delle istituzioni, volutamente ignare per convenienza e rapporti con le grandi aziende, che dalla condizione di clandestinità dei migranti traggono importanti profitti (la diplomatica protagonista decide di intervenire solo a causa di implicazioni personali e del termine del suo mandato). Allargando la denuncia anche alle percosse in casa (alcune scene sono state girate nella "Casa del Sorriso" dell'ONG italiana Cesvi, attiva contro la violenza sulle donne e nella prevenzione dell'AIDS), con mezzi – anche artistici – limitati e poca profondità, l'opera non và però oltre l'impegnato prodotto televisivo.

La frase:
- "Interessi, non affari"
- "Non vedo quale sia la differenza"
- "E' questo il problema".

a cura di Federico Raponi

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