Hyena
È sempre utile e rinfrescante vedere un film completamente dalla parte dei bambini. Bambini maltrattati, lasciati a se stessi, abbandonati. In una parola, invisibili, per citare un film presentato al Festival di Venezia nel 2005. L'opera prima di Grzegorz di Lewandowski è ambientata in una città della Slesia prosperosa fino a pochi decenni fa grazie ad un economia basata sulle famose miniere di carbone ed ora in stato di profonda prostrazione.
In una zona in cui molti anni prima è avvenuta una tremenda disgrazia un bambino affronta le proprie paure ed inquietudini, in un misto di fantasia e dura realtà.

Lewandowski fa confluire in "Hyena" diversi generi che spaziano dal romanzo di formazione al thriller, dal racconto sociale all'horror senza tralasciare una buona dose di ironia. La vicenda di Maly, il "Piccolo" (Maly per l'appunto ha questo significato in polacco) appartiene molto al mondo delle fiabe, nelle leggende in parte urbane e in parte folkloristiche che i bambini si raccontano a vicenda, ma anche nello strappo tra mondo dei bambini e mondo degli adulti. Nella fiaba classica i bambini vedono con maggiore chiarezza e sottigliezza il mondo che li circonda, ma solitamente non sono creduti da adulti sempre più avvolti su se stessi e sui loro problemi contingenti. La Iena evocata dal titolo è una creatura forse umana, forse bestiale, o forse ancora un'esempio ibrido che combina la furia dell'animale alla crudeltà dell'uomo. Forse la Iena è il mondo, visto come una mostruosa fiera che divora i più deboli, i vecchi, ed altri indesiderabili. Da questo scaturisce la prova imposta il Piccolo, che nel film si impone di superare in maniera concreta quella linea d'ombra che lo separa dall'età adulta, per lasciarsi indietro le paure e forse l'acceso immaginario infantile. Meno immaginari sono gli omicidi, morti misteriose che fanno davvero supporre l'intervento di una mente criminale e maniaca, dalle motivazioni spaventose ed inumane.

Il regista di "Hyena" pone la propria attenzione soprattutto sul piccolo protagonista, sul suo punto di vista, sulle sue storie orrorifiche, sulle sue inquietudini. Forse siamo di fronte ad una versione polacca di Io non ho paura, anche se più delicata e più attenta alla realtà sociale della Polonia.

Curiosità: Il personaggio di Bryndza, e soprattutto la sua maglietta a strisce rosse e nero, è un omaggio al mitico Freddy Krueger di Nightmare.

La frase: "Ti prego papà torna da noi, ma non di notte".

Mauro Corso

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