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Chef - La ricetta perfetta











Prima di parlare di questo film un consiglio: non guardatelo a stomaco vuoto, le conseguenze potrebbero essere devastanti.
Tralasciando quest’aspetto, "Chef – La ricetta perfetta", affronta per l’ennesima volta il tema culinario, abbinandolo però in questo caso alla storia di un rapporto difficile tra il padre separato dedito al lavoro e il figlio piccolo. Il cast è ricco come il menù, soprattutto quello femminile guidato da una Sofia Vergara in gran forma e con la partecipazione breve e, quasi, irrilevante di Scarlett Johansson. Jon Favreau torna dietro la macchina da presa e interpreta anche il ruolo del protagonista, un grande chef che per il suo orgoglio perde tutto. Surreale la cronaca del declino e della risalita di Carl Casper, uno degli artisti del gusto più noti di Los Angeles, che dopo aver visto la propria creatività soffocata e il valore dei suoi piatti distrutti da un noto critico, inizia la sua rinascita su un camioncino del track food. Passare dall’aragosta ai sandwich cubani non è facile e risulta difficile credere che ne potrebbe essere felice nella realtà. La sceneggiatura di Favreau punta sicuramente a consacrare la sua figura e nella prima parte ci riesce in one man show. Il lungometraggio perde, però, appeal col passare dei minuti e i lunghi tratti del viaggio sono troppo ripetitivi e rischiano di annoiare gli spettatori. Difficile anche credere che si riesca a sfruttare un disastro e renderlo il più grande colpo di fortuna grazie a Twitter.
La storia è l’iperbole della modernità, dove tutto è enfatizzato sia per positività, sia per negatività. Gli scambi dei dialoghi con il figlio non resteranno senza dubbio nella storia del cinema, così come la musica cubana e jazz. Cameo per Robert Downey Jr., che dopo aver lavorato con il regista/attore americano nella serie Iron Man sceglie di interpretare un impresario alquanto bizzarro, e per Dustin Hoffman, non male nella parte del duro direttore di ristorante. Paradossalmente l’unico personaggio adeguato fino in fondo al suo ruolo è il bambino, interpretato da Emjay Anthony, che vuole cambiare il suo rapporto col padre e per farlo trasforma il suo smartphone in un’agenzia di marketing con cui, utilizzando i tecnologici cinguettii, da una svolta all’intreccio.
Tutto ciò non basta però e la storia scivola via in modo prevedibile verso un finale già scritto dopo la prima ora di visione. Negli ultimi anni la cucina è entrata sempre più prevalentemente negli interessi del pubblico, come dimostrano i successi di "Julie e Julia" e "Ricette d’amore", specialmente quest’ultimo seppur in modo diverso affronta la difficile relazione genitori figli con dietro lo sfondo della cucina, che è scenografia e non soggetto della vicenda.
Pellicola consigliata per i palati fini, ma non per gli appassionati di cinema che possono evitarla senza grandi rimpianti.

La frase:
"Per me è divertente stare insieme ed imparare cose nuove".

a cura di Thomas Cardinali

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