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Black block











E’ con dichiarazioni fuori campo di Gianni De Gennaro, capo della polizia durante il G8 di Genova 2001, che parte il lungometraggio d’esordio di Carlo A. Bachschmidt, la cui intenzione è quella di restituire una testimonianza di chi ha vissuto allora in prima persona le violenze del blitz alla scuola Diaz e le torture alla Caserma di Bolzaneto.
Quindi, a raccontare la loro tragica esperienza davanti alla camera sono Lena Zuhlke, Niels Martensen, Mina Zapatero, Michael Gieser, Daniel McQuillan, Chabi Nogueras e, soprattutto, l’Ulrich Reichel detto Muli di cui, tra l’altro, emergono durante la visione la storia e i motivi che lo hanno portato ad impegnarsi in politica.
E, ovviamente, non è assente neppure una ripresa relativa al momento dell’uccisione di Carlo Giuliani nel corso dei circa 76 minuti di montato, mentre la situazione vissuta dagli intervistati viene paragonata dagli stessi sia agli ospedali di guerra che a operazioni di matrice nazista.
Ma, man mano che il racconto corale provvede a descrivere i maltrattamenti subiti dai protagonisti e le ripercussioni psicologiche che essi hanno avuto sulle loro esistenze, è evidente che si faccia sentire non poco la mancanza delle dichiarazioni di controparte, ovvero quelle degli agenti di polizia.
Coinvolgere nel colloquio anche i rappresentanti del mondo della legge italiana avrebbe sicuramente contribuito a fornire un quadro più completo e, di sicuro, contrastante di quanto avvenuto nel capoluogo ligure nel Luglio del 2001, almeno al fine di non avere un’unica visione dei fatti che, in ogni caso, già bene o male si conosceva prima della realizzazione del film di Baschschmidt.
Anche se il reale, grande problema del documentario è quello di sfruttare in maniera quasi esclusiva le interviste ai sette ragazzi cresciuti, concedendo pochissimo spazio alle immagini di repertorio che, al contrario, avrebbero meritato di essere sfruttate maggiormente per rendere partecipe lo spettatore, ammorbato dall’onnipresenza delle parole.
Così come è, il prodotto rischia soltanto di presentare le fattezze di un contenuto extra da destinare a un dvd contenente una pellicola riguardante il G8, ma il cinema è tutta un’altra cosa.

La frase:
"Io non voglio lasciarmi influenzare dalla società, ma voglio influenzarla".

a cura di Francesco Lomuscio

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