A Woman
Dopo "Aprimi il cuore" del 2002 e "Before it Had a Name" del 2005, la regista, attrice e sceneggiatrice italiana Giada Colagrande torna al Lido presentando nella sezione "Controcampo italiano" la sua nuova fatica: "A Woman". Se nei precedenti lavori la Colagrande interpretava il ruolo della protagonista, stavolta affida il ruolo alla giovane Jess Weixler, che ha già lavorato in diversi film fra cui "Innamorarsi a Manhattan" di Mark Levin del 2005. La Weixler si è trovata a lavorare con attori molto noti al pubblico italiano come Willem Dafoe, che ha più volte collaborato con la Colagrande (sua compagna nella vita) e con Stefania Rocca, che mentre lavorava era in stato interessante. "A woman" è un thriller psicologico che ricorda vagamente, a livello di trama, il grande film "Rebecca, la prima moglie" di Alfred Hitchcok del 1940. La protagonista, in questo caso, è la giovane e ingenua Julie, una ragazza americana che incontra per caso il misterioso scrittore anch’egli americano Max Oliver. Fra i due sembra scoccare da subito la scintilla dell’amore, ma in realtà lo spettatore segue la loro storia a partire da un certo momento, tutto ciò che è avvenuto in precedenza viene proposto attraverso dei nebulosi e sfocati flash-back. Dopo soli quattro giorni di frequentazione Julie decide di andare a convivere con Oliver in Italia, nella casa dove ha vissuto con la moglie Lucia Giordano, famosa ballerina di tango. Abituarsi allo stile di vita di un piccolo paese della provincia italiana nel Sud Italia appare un’impresa molto difficile per Julie, avvezza ai ritmi della metropoli newyorkese, a peggiorare la situazione, oltre al fatto che non conosce una virgola di italiano, c’è anche il clima. Il film si svolge in estate in un podere antico che si affaccia sul mare e spesso Julie cerca refrigerio dalla calura in spiaggia, ma ben presto qualcosa comincia a turbarla e ad ossessionarla. Oliver passa la maggior parte del tempo a scrivere e così Julie comincia a vagabondare per il podere trovando le cose che erano di Lucia, l’equilibrio mentale di Julie viene meno. Lucia diventa una vera e propria ossessione per Julie, che non riesce a ignorarla, a nulla vale l’intervento della sua migliore amica Natalie, che la raggiunge in Italia pur essendo in stato interessante, per calmarla. La situazione psicologica in cui versa Julie preoccupa molto Oliver che cerca di salvare la ragazza dalla sua follia rivelandogli il carattere del suo rapporto con la moglie, ma... Il film nonostante le premesse non riesce a conquistare il pubblico a causa di un ritmo forse eccessivamente lento teso a scandire lo scorrere del tempo e i segni, sempre più evidenti, della trasformazione che avviene nella protagonista. C’è un ripetersi, quasi ossessivo, del tango nella colonna sonora che si fa sempre più insistente mano a mano che l’equilibrio psicologico di Julie viene meno. Tutto il film ruota intorno alla performance di Jess Weixler, che nonostante gli sforzi non riesce a convincere del tutto, soprattutto quando deve dimostrare fisicamente la trasformazione che sta avvenendo all’interno della mente del suo personaggio, che lentamente acquisisce i modi di comportarsi, camminare e la mimica della tanto odiata- amata- invidiata Lucia Giordano.

La frase: "Questo affare è come un virus, non si riesce ad uscirne".

Federica Di Bartolo

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